sabato 17 dicembre 2011

In corteo con la comunità senegalese per chiedere la chiusura di Casa Pound


IL 13 dicembre, in pieno centro a Firenze, Gianluca Casseri, militante di Casa Pound, esplode alcuni colpi di pistola.
Due fratelli senegalesi, Diop Mor e Samb Modou, muoiono sul colpo, e altri tre, Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike, vengono gravemente feriti.
In un susseguirsi di notizie, varie forze politiche ed istituzionali si affrettano a definire l'accaduto come il gesto di un depresso cronico, di un uomo instabile, insomma come l’atto di un folle.
Casa Pound altrettanto celermente smentisce l'appartenenza del Casseri alla loro associazione.

L’accaduto rimanda direttamente a pochi giorni prima, al campo rom dato alle fiamme a Torino. Alcuni individui, fomentati da continue campagne xenofobe, hanno bruciato e devastato il campo rom in risposta ad un presunto stupro, smentito poi dalla stessa sedicente vittima. Le forze dell’ordine sono intervenute con estrema calma e in assoluto ritardo: il comportamento giusto per contenere i danni?

Questi due episodi sono solo più eclatanti rispetto a tutte le altre azioni razziste e xenofobe che si verificano con frequenza crescente in tutti i territori.
Noi riteniamo inconcepibile utilizzare mediaticamente la “follia” come alibi per insabbiare le responsabilità di chi governa fomentando l’odio razziale e l’emarginazione sociale.

Si spara a cinque persone; si lasciano naufragare i barconi sulle coste; si confinano, in condizioni disumane, migliaia di migrant@ nei CIE; gruppi politici, parlamentari ed extraparlamentari, inneggiano alla violenza, all’odio razziale sfruttando il clima di tensione sociale generato dalla crisi: tutto questo si può chiamare “follia”?

Non ci si può sempre sottrarre dalle proprie responsabilità: partiti di governo come la Lega Nord e associazioni di promozione sociale come Casa Pound da sempre radicalizzano l'odio razziale e l'intolleranza e con tale propaganda creano il substrato culturale che determina, permette ed accresce comportamenti violenti, discriminatori. Esempio noto di questo è, sul territorio parmigiano, il pestaggio subito da Emmanuel Bonsu ad opera della polizia municipale.

La crisi viene usata strumentalmente per alimentare e perpetuare fenomeni persecutori di matrice nazista.
Riteniamo di ripartire proprio dal terreno della crisi per richiedere un cambiamento dell'impianto ideologico e culturale,che costruisca alternativa sociale e difesa ineluttabile dei diritti, per richiedere nuove strutture giuridiche per tutelare i nostri fratelli e sorelle migrant@, per ribadire la libertà di fuga e di asilo, per rompere i muri d'odio della fortezza Europa.

Diciamo basta all'ascesa di violenza e razzismo: chiediamo la chiusura immediata di Casa Pound.

Il 17 dicembre a Parma, come in molte città italiane, scenderemo in strada a fianco e in solidarietà alla comunità senegalese.




SABATO 17 DICEMBRE ORE 16

CONCENTRAMENTO IN PIAZZA GARIBALDI: IL CORTEO RAGGIUGERÀ LA PREFETTURA PER CHIEDERE LA CHIUSURA IMMEDIATA DI CASA POUND.

Art Lab Occupato - Casa Cantoniera Autogestita - La Paz! Squadra di calcio antirazzista

sabato 19 novembre 2011

ALCUNE RIFLESSIONI SUL GOVERNO MONTI E OLTRE


LA "BUONA FEDE" DEL DOTTOR MONTI***
Di Andrea Alzetta, Alberto De Nicola, Simone Famularo, Eva Gilmore, Fabrizio Nizi, Francesco Raparelli, Lorenzo Sansonetti, Emiliano Viccar

MELANCHOLIA
Di Augusto Illuminati

PRETENDERE L'ALTERNATIVA

di Antonio Musella, Pietro Rinaldi, Egidio Giordano, Ivo Poggiani, Leandro Sgueglia, Eleonora de Majo.

IL RIBELLE E IL BANCHIERE
di Francesco Raparelli

giovedì 17 novembre 2011

LA PARADE DEI DRAGHI RIBELLI


Oltre 500 studenti in corteo per urlare che il nostro futuro non è in debito!





ore 9.05: Avvistati i draghi ribelli in Barriera Bixio pronti x la parade contro i tagli, le politiche di austerity, le privatizzazioni e il saccheggio dei diritti.

Dietro il camion di apertura del corteo, molti studenti medi e universitari con le maschere da draghi ribelli. In corteo con gli studenti anche la Rete Diritti in Casa e molti migranti: contro razzismo e precarietà per unire le lotte.

ore 10.10: Il corteo di studenti, studentesse e draghi ribelli sanziona Banca Monte Parma al grido "Noi la crisi non la paghiamo!". Chiusura simbolica dell'ingresso, adesivi "Less Bank More Frank!", fumogeni e stancil.

ore 10.40: Traffico bloccato sul Ponte di Mezzo. #Occupyourlife! #Occupytheworld!

ore 11.00: I Draghi ribelli sanzionano anche Unicredit Banca in via Mazzini. Il Profumo di BCE e Austerity non ci piace!

ore 11.30 : Il corteo si conclude in Piazza Garibaldi con un'assemblea pubblica. A seguire spettacoli e mostre allestite dagli studenti dell'Istituto d'Arte Toschi, scuola gravemente colpita dai tagli con conseguente dismissione dei laboratori, soppressione di interi corsi di insegnamento, licenziamento di molti professori.




...La giornata continuerà nel pomeriggio alle 18 con un'assemblea pubblica nella Facoltà di Lettere. #occupyuniversity!


GUARDA FOTO E VIDEO
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Parma-La-parade-dei-Draghi-Ribelli-del-17-novembre/10048

martedì 15 novembre 2011

COMUNICATO E APPUNTAMENTI 17 NOVEMBRE_ #occupyourlife!_OGGI MI INCAZZO COME UN DRAGO

I Draghi Ribelli il 17 novembre approdano a Parma per la giornata internazionale dello studente: #occupyourlife!


Il drago cinese aveva il potere della meta

morfosi, il dono di rendersi, a piacimento, visibile o invisibile, e le sue apparizioni - sempre folgoranti - erano accolte come presagi di messi abbondanti, garanzie di future ricchezze. Si riteneva che i draghi potessero nascondersi e annidarsi ovunque, nei cieli, in acqua, sulla terra e sottoterra.


I Draghi Ribelli sono stati avvistati a New York, Atene, Madrid, Londra, Tunisi, Santiago. Li abbiamo visti in Zuccotti Park opporsi con i proprio corpi allo strapotere delle banche e di Wall Street. Li abbiamo visti, folli e sognanti, il 12 ottobre cercare di occupare Bankitalia a Roma. Li abbiamo visti mobilitarsi ovunque il 15 ottobre a Roma e l’11 novembre nelle Acampade. Si sono incontrati in molte piazze italiane, organizzando assemblee pubbliche, riaprendo luoghi morti e abbandonati nel cuore delle nostre città, donandogli nuova linfa e attraversamento.
I Draghi ribelli sono animali multicefali e multiformi , in cui convivono e cooperano collettivi, reti, singoli e movimenti. Il loro aspetto è ibrido: sono uomini, donne, student*, lavorator*, precar*, migrant*. Sono parte di quel 99% che, alle assurde politiche di austerity dei nostri governanti , alla speculazione dei mercati finanziari, ai diktat della Banca Centrale Europea e dell’ FMI, rispondono liberando spazi decisionali e creando momenti costituenti, che mettano al centro i beni comuni e l’applicazione di un’alternativa reale che parta dalle nostre esigenze e desideri.
Il 17 novembre, giornata internazionale di mobilitazione studentesca, i Draghi Ribelli saranno nuovamente presenti nelle scuole, nelle università, nelle strade e nelle piazze di tutta Italia. Per dire basta ai tagli all’istruzione e al diritto allo studio, per ribadire che questa crisi non siamo noi a doverla pagare, per urlare che il nostro futuro non è in debito.
Saremo noi, tutt* insieme, a decidere che forma prenderà il drago.
Insieme determineremo le frequenza delle sue apparizioni e la potenza del suo fuoco.


I Draghi Ribelli lanciano l’appuntamento del 17 novembre anche a Parma:
* mercoledì 16 novembre alle ore 14.30 presso Art Lab in borgo Tanzi 26: laboratorio Art Attack per costruire insieme il nostro drago ribelle;
* giovedì 17 novembre alle ore 09.00 in Barriera Bixio per corteo cittadino

* alle ore 18 assemblea pubblica in università, nel cortile di via Kennedy, con a seguire Default Party in aula K3.


#Occupytheworld!
#Occupyyourlife!

Studenti, studentesse e draghi ribelli
www.unicommon.org
www.artlaboccupato.blogspot.com

COMUNICATO DI ADESIONE ALLA MANIFESTAZIONE STUDENTESCA DALLA RETE DIRITTI IN CASA

Come Rete Diritti in Casa aderiamo alla manifestazione del 17 novembre promossa dal coordinamento dei collettivi studenti medi, e ne condividiamo la prospettiva che tende all'unità delle lotte in una fase come quella attuale in cui è fortissimo l'attacco nei confronti delle fasce sociali più deboli e sfruttate. Tra queste si collocano senz'altro le migliaia di persone che in tutta Italia, sono costrette a dormire in strada o ad arrangiarsi con soluzioni precarie a causa dell'aumento impressionante degli sfratti per morosità o perchè non sono più in grado di pagare il mutuo per la casa, per non parlare di tutti coloro che fuggono dai loro paesi colpiti dalla guerra o dalla miseria e la condizione di senza tetto è permanente, dal momento del loro arrivo. Parma non fa eccezione; ma tanti compagni, lavoratori, studenti, ci hanno appoggiato concretamente nei picchetti a difesa degli sfratti così come nell'occupazione delle case sfitte, valorizzando in tal modo, con la presenza diretta , la prassi di un intervento “in rete”, e gettando le basi per una visione sempre più unitaria delle forze in campo. In quest'ottica, parteciperemo alla manifestazione portando la testimonianza di tutti coloro che italiani o immigrati hanno scelto di organizzarsi dal basso per il diritto ad avere un tetto sulla testa.
rete diritti in casa

mercoledì 9 novembre 2011

10 NOVEMBRE - NEL MARE DEL DUBBIO CON DIMITRI CORRADINI

Parma - L'autorecupero di Art Lab e i nuovi progetti dopo 5 mesi di occupazione

Fino ad oggi, l'associazione “Generazioni Precarie” ha investito € 935,55 per svolgere la prima fase del progetto di autorecupero degli spazi al pian terreno in Borgo Tanzi 26.
Rendiamo note le spese sostenute per dimostrare che l'autogestione non è un concetto astratto e irrealizzabile, bensì una pratica reale attraverso cui le persone possono diventare concretamente soggetti di cambiamento della società in cui vivono, a differenza del sistema di gestione pubblico che sperpera denaro, che lascia andare in malora e svende il patrimonio di tutti al mercato privato, sottraendolo così alla collettività.
A distanza di 5 mesi dall'occupazione dello stabile, avvenuta in occasione dello sciopero generale del 6 maggio, gli studenti hanno realizzato un impianto idrico ed elettrico a norma, lavori di muratura, riparazione delle finestre, lavori di capitolato e arredamento. Ad oggi tre sale sono fruibili da tutti e potrebbero essere idonee per una convenzione tra l'istituzione universitaria e l'aps Generazioni Precarie. L'associazione, infatti, ha ottenuto l'iscrizione al registro provinciale delle associazioni di volontariato ed ha già avviato un dialogo costruttivo con altri enti pubblici istituzionali, in particolare con l'assessorato alle politiche giovanili della Provincia di Parma.
Però, a fronte delle molteplici richieste di incontro rivolte sia al Rettore Ferretti che al CdA di Ateneo, e nonostante le spese sostenute, l'impegno, la costanza, l'energia e l'entusiasmo messe in campo, per svolgere i lavori di autorecupero, l'Università di Parma, proprietaria dello stabile, ha negato all'associazione qualsiasi possibilità per un tavolo di trattativa. A quanto pare il Rettore e il CdA non hanno intenzione di mettersi in gioco e di credere sulle potenzialità del progetto Art Lab.
Al contrario delle istituzione universitarie, però, il corpo vivo dell'università, quello che subisce quotidianamente i tagli, la sospensione dei servizi e dei corsi di laurea, il caro prezzi degli affitti e delle mense, ha deciso di crederci, di finanziarlo e di promuoverlo: sono tantissimi i docenti, i ricercatri e gli studenti che hanno attraversato lo spazio, che hanno fatto donazioni per l'autorecupero e che hanno dato vita a progetti e laboratori. E' con loro che il desiderio di cambiamento prenderà vita ed è grazie a loro che l'università di Parma ha ancora una possibilità di resistere alle miserie del presente.
I progetti che inizieranno nelle prime tre sale autorecuperate sono tanti: una sala studio aperta nel weekend quando le normali biblioteche sono chiuse, rassegne cinematografiche tematiche che offrano spunti di approfondimento sulla politica e l'attualità, il book-crossing come come costruzione di una biblioteca fluida e cangiante attraverso lo scambio gratuito di libri, la sala lettura con abbonamenti a riviste e quotidiani e annessa caffetteria, il laboratorio fotografico di inchiesta sociale.
In questi cinque mesi si è ridato vita ad uno spazio abbandonato da vent'anni, organizzando assemblee pubbliche, incontri, proiezioni, dibattiti, proponendo un modo alternativo di vivere il quartiere e la città e strappando con forza nuovi spazi democratici. Abbiamo conosciuto gli abitanti del quartiere, giovani e anziani, che ormai sono diventati amici e che sostengono e partecipano attivamente ai nostri progetti.
Vedere che tanti e tante credono e contribuiscono alla crescita di un'alternativa partendo da questo spazio, ci spinge ad urlare ancora più forte che ART LAB E' UN BENE COMUNE.
Contatti web:

artlaboccupato.blogspot.com
generazioniprecarie@gmail.com

Le assemblee:

Assemblea di approfondimento e analisi politica: lunedì ore 21.30

Assemblea del collettivo degli studenti medi: mercoledì ore 17

Assemblea di gestione dello spazio pubblico Art Lab: mercoledì alle ore 18.30...Se hai proposte, idee, progetti questo è il momento giusto per proporli!

Prossimi appuntamenti:

I giovedì di art Lab: serata studentesca/universitaria al Book Block Cafè

Le domeniche di Art Lab: rassegne cinematografiche (la prima sarà sulla crisi globale), arte (esposizioni, mostre, live painting exibition) e musica.

ART ATTACK - BUILD YOUR OWN REBEL DRAGON!

martedì 18 ottobre 2011

PARMA - 15 OTTOBRE: RIFLETTERE E RIPARTIRE

Dopo il 15 ottobre la piazza non sarà più la stessa: in un processo costituente, in cui vogliamo essere presenti attivamente, come soggettività politiche e come individui, una giornata come questa segna un momento di cambiamento.
La piazza romana pare essere stata solo quella degli scontri, invece è stata soprattutto un’esplosione di partecipazione, centinaia di migliaia di persone che alla violenza, fatta di sottrazione di diritti e tagli indiscriminati, rispondono confluendo nella piazza del 15 ottobre, con i propri corpi e le proprie istanze, per urlare la propria voglia di costruire l’alternativa. Il messaggio e la sua diffusione spaventano delle istituzioni incapaci di reagire, di dare risposte concrete a problemi reali: l’unica ricetta che sono in grado di proporre è fatta di asservimento ai dictat della Bce, volti a impoverire i poveri per risanare un’insolvenza che non sono stati loro a creare, smantellando così ciò che rimane delle politiche di welfare e del bene comune.
Facile è continuare a non voler leggere la fioritura di un movimento globale che, a dieci anni da Genova, continua il suo processo di ricomposizione sociale. Ancor più facile è limitarsi a condannare le pratiche, strumentalizzarle per oscurare la forza reale di una piazza eterogenea, che ha in sé e nelle proprie proposte d’alternativa la sua forza devastante .
Inutile continuare a dividere la piazza in buoni e cattivi, violenti e non violenti, black block e pacifisti: queste distinzioni banali servono solo per giustificare un vero e proprio attentato alle forme di democrazia reali, attraverso la riproposizione di meccanismi repressivi, che mirano a minare le basi di un movimento che acquista una forza e un consenso sempre crescente. In questo contesto sono state svolte perquisizioni e controlli, ingiustificati e pretestuosi, nei confronti di attivisti di movimento. Queste manovre risultano un vano tentativo di marginalizzare e criminalizzare le esperienze di autorganizzazione nate dentro i centri sociali, che, con un costante lavoro sul territorio, hanno dato linfa e fondamento alle tematiche e alle battaglie che ci hanno portato al 15 ottobre e ad essere parte di quel 99%.
Non solo la criminalizzazione degli spazi sociali, ma anche la delegittimazione dei percorsi di altri soggetti dentro il movimento, come la Fiom, che ha saputo costruire nei mesi una conflittualità maggiore rispetto alla banale riproposizione di scenari evocativi e immaginari storici e che si è vista negata la piazza del 21 ottobre. Anche la Fiom è parte di quel 99%.
La piazza ha avuto molti volti, mille differenze, intrinseche nella sua complessità: tutto questo andava rispettato.
Ciò che è accaduto ci ha posti davanti ad una profonda criticità: una battuta d’arresto alla democraticità dei movimenti.
Alcuni soggetti hanno considerato la giornata de l 15 ottobre uno spazio da monopolizzare, imponendo la propria interpretazione della piazza, annullandone ogni altra possibilità di autodeterminazione e partecipazione. Si è imposto prepotente un machismo, fatto di brutalità irrazionale e ingiustificata, che ha violentato la molteplicità dei contenuti e delle espressioni conflittuali presenti in un processo democratico di tale portata.
Andrebbe aggiunta, del resto, una critica femminista a quell’estetica della ‘resistenza’ vista a Roma. Non basta, ovviamente, mettere in evidenza le quote rosa in forza tra i ‘neri’. La soggettività basata sull’esaltazione di qualità militari e predatrici non in quanto pratiche, ma in quanto qualità dell'essere (bio)politico, parlano di ben altre, ben più lunghe retoriche di genere..
Si delinea una frattura tra chi ha cercato un conflitto costruttivo e costituente e chi ha cercato il conflitto fine a se stesso.
Essere in piazza è ‘semplicemente’ l’amplificazione, la generalizzazione di un metodo di essere e agire quotidiano.

Riteniamo quindi fondamentale rilanciare la discussione e l’analisi sui territori, che hanno visto crescere questo movimento partecipato.

L’APPUNTAMENTO È AD ART LAB GIOVEDÌ 20 ALLE 18.30

20 OTTOBRE - CONTINUIAMO A COSTRUIRE L'ALTERNATIVA ANCHE DOPO IL 15 OTTOBRE

domenica 2 ottobre 2011

15 ottobre - Cambiamo l'Italia, cambiamo l'Europa: people of europe, rise up!

CAMBIAMO L'EUROPA, CAMBIAMO L'ITALIA

PEOPLE OF EUROPE, RISE UP!



* * *

MANIFESTAZIONE NAZIONALE

sabato 15 ottobre ROMA - ore 14

AUTOBUS DA PARMA
Il costo è di 15 € A/R, la partenza alle 6.30 del mattino dalla camera del lavoro della cgil (Via Casati Confalonieri)
spam_parma@yahoo.it
artlab_parma@yahoo.it
3484285794





La giornata del 15 ottobre vedrà mobilitazioni in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo, contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia compiuta, con le politiche anticrisi, a difesa dei profitti e della speculazione finanziaria. Le persone non sono un debito.



Anche in Italia è già stata raccolta da tanti soggetti organizzati, alleanze sociali, gruppi informali e persone che hanno dato vita al Coordinamento 15 ottobre . Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo continua ad avvicinare. Vogliamo un’altra economia, un’altra società e una democrazia vera.



Il Coordinamento 15 ottobre si mette al servizio della riuscita della mobilitazione. Curerà unitariamente le caratteristiche, la logistica e l’organizzazione della manifestazione nazionale di Roma e ne definirà le sue parti comuni.



Il suo obiettivo è favorire la massima inclusione, convergenza, convivenza e cooperazione delle molteplici e plurali forze sociali, reti, energie individuali e collettive che stanno preparando e prepareranno la mobilitazione con i propri appelli, le proprie alleanze, i propri contenuti.



Ci impegniamo insieme a costruire una manifestazione partecipata, pacifica, inclusiva, plurale e di massa, il cui obiettivo è raccogliere e dare massimo spazio alla opposizione popolare, alle lotte e alle pratiche alternative diffuse nel nostro paese.


La manifestazione partirà alle ore 14.00 da Piazza della Repubblica e arriverà a Piazza San Giovanni.


Sarà una tappa della ripresa di spazio pubblico di mobilitazione permanente, come si sta realizzando in tutta Europa e nel Mediterraneo, che è necessario mettere in campo per cambiare l’Italia e il nostro continente.

Invitiamo i cittadini e le cittadine, nativi e migranti, le lavoratrici e i lavoratori, i soggetti organizzati, i gruppi, le reti formali e informali a partecipare attivamente al 15 ottobre, a coinvolgere le proprie comunità, a organizzare la partecipazione al corteo di Roma.


Il Coordinamento 15 ottobre invita a costruire in tutto il territorio la partecipazione italiana alla giornata europea e internazionale "UNITED FOR GLOBAL CHANGE" e a convergere nella giornata nazionale di mobilitazione a Roma.







MANIFESTAZIONE NAZIONALE

sabato 15 ottobre



ROMA

Parma 03.10 - Quando si tratta di tagli, il governo c'è!



I ministri Sacconi e Fazio sono ospiti indesiderati a Parma
Quello che ci viene presentato in questo periodo è un panorama fatto di politica di Austerity e di tagli che vanno a colpire quel poco che rimane del welfare, presentando come dogmi intoccabili il pagamento del debito, il pareggio del bilancio pubblico e gli interessi dei mercati finanziari.
Conoscenza, cultura, ricerca , università e, più in generale, il mondo della formazione, pubblica, ovviamente, pagano la loro quota di debito asservendosi a logiche aziendalistiche e politiche di governo, subendo tagli, segmentazione e dequalificazioni dei saperi.
In questo scenario verrà inaugurato a Parma, il 3 ottobre, il nuovo centro di ricerca della Chiesi Farmaceutica.
Per il taglio del nastro saranno presenti i ministri del Lavoro e politiche sociali Maurizio Sacconi e della Salute Ferruccio Fazio; due personaggi tristemente noti per avere incarnato in pieno il ruolo di sicari delle forme di democrazia partecipata.
Per l’occasione saremo presenti anche noi e tutti coloro che pensano sia fondamentale ricordare e comunicare che un’alternativa c’è e parla di beni comuni, di reddito minimo garantito, di un nuovo modello di sviluppo che sia al tempo stesso solidale, sostenibile e partecipato, attraverso la gestione democratica del territorio, la riconversione ecologica della produzione, la democrazia energetica, la costruzione di un'altra scuola, di un'altra università, di un'altra ricerca, universalmente accessibili.
La giornata rappresenterà una tappa verso la costruzione della mobilitazione internazionale del 15 ottobre, giornata globale contro le politiche di austerity.

L’appuntamento sarà lunedì 3 ottobre alle 11:00 davanti ai cancelli del nuovo polo di ricerca della Chiesi farmaceutica sito in via Paradigna (raggiungibile con l’autobus numero 15 che ferma lì davanti).

IL FUTURO E’ QUI E LO COSTRUIAMO NOI.
IL 15 OTTOBRE A ROMA!

Art Lab Occupato - Borgo Tanzi 26

"UNITED FOR GLOBAL CHANGE"
leggi l'appello per il 15 ottobre
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Info autobus da Parma_15 ottobre @ Roma
3484285794
artlab_parma@yahoo.it

venerdì 8 luglio 2011

Parma - La piazza del Comune



In viaggio in treno. Stazione di Modena. Un'amica si siede accanto e mi chiede se ho sentito degli arresti avvenuti a Parma. Non ne so niente, è ancora mattina. Le notizie sono diverse e vaghe: 12 arresti... 11 arresti... alcuni consiglieri... il comandante dei vigili... il direttore di Iren.


Basta accendere il computer per avere le vere notizie: 11 arresti per tangenti tra cui il comandante dei vigili, due consiglieri comunali, un dirigente comunale in una società partecipata (Infomobility) e sei imprenditori (tra i quali il direttore di Iren).

Altra notizia: convocato il presidio sotto il Comune il pomeriggio stesso, gli Indignati di Parma.



Arrivo con i miei compagn*, in mezzo a tanta frenesia, cori, urla, cartelloni, colori, bandiere, megafono, voci e mi guardo attorno.

La piazza è una piazza nuova. E' una piazza che si autoconvoca. Una piazza "meticcia", figlia dell'indignazione delle anime più diverse. Una piazza in cui sono presenti non solo partiti, associazioni, movimenti (alcune facce le riconosco, le ricordo nei comitati referendari), ma anche e soprattutto persone mosse semplicemente dalla rabbia e dalla necessità di dire basta allo scempio messo in atto dai poteri forti, barricati nelle loro torri d'avorio e nei palazzi di potere, responsabili della crisi economica e morale che è sotto gli occhi di tutti.

Chiudo gli occhi e respiro. Ho sempre pensato che Parma fosse una sorta di bomboniera confezionata in un tulle di perbenismo, che come un velo di Maya avvolgesse le menti dei più, cullandole in una sensazione di artificiale benessere. Un'abominevole serenità, un'atarassia sospetta, che impediva di vedere il disastro che quotidianamente cresceva davanti agli occhi di tutti: una periferia devastata da palazzoni in costruzione, abbandonati da imprese fallite, ipermercati e aree commerciali che, nell’accavallarsi l’una con l’altra, sono artefici della devastazione ambientale. Grandi opere inutili, come la fallita costruzione della metropolitana. Sperpero di danaro pubblico, tangenti, edifici all'abbandono, affitti esorbitanti...

Chiudo gli occhi e per la prima volta respiro in questa piazza. Respiro la collettivizzazione di un malessere che sfocia in rabbia. Per la prima volta sento che tutti, in quella piazza. hanno gli occhi aperti sulle loro vite, e sono pronti a lottare uniti per la riconquista del bios in quanto bene comune, superando la voragine di una guerra tra poveri che fortifica gli interessi dei pochi incastrandosi nelle crepe di una società sempre più frammentata.

Mi rendo conto che questo è un piccolo specchio di quello che sta succedendo a livello nazionale e transnazionale. Un riflettore puntato sulla crisi di una governance oligarchica che si barrica dietro le istituzioni per sottrarre spazi, tempi, diritti.

E ciò che risuona più forte in quella piazza è lo scollamento tra le istituzioni e la collettività che da esse dovrebbe essere rappresentata. Questo abisso tra le due parti, è recintato da un cordone di poliziotti in tenuta antisommossa a protezione della torre d'avorio in cui dovrebbe tenersi il consiglio comunale.

La metafora perfetta. Un sistema che è messo sotto scacco da una piazza che vuole riappropriarsi di ciò che è suo e che chiede spiegazioni, ancora una volta risponde con la militarizzazione della piazza. L'istituzione di un'ennesima zona rossa. Zona rossa come privazione sistematica dei diritti a partire da quello di manifestare e protestare.

E' una questione di geometrie: l'occupazione militare di un territorio, la recinzione dei palazzi di potere tramite forze dell'ordine, la riduzione degli spazi di socialità ai luoghi di consumo, la creazione dei confini nazionali, l'istituzione dei CIE.

Perimetri. Stabilire perimetri così da poter definire automaticamente il profilo, su scala gerarchica, di chi ci cade dentro.

Ma oltre alle divise, ai caschi e agli scudi, alla repressione della protesta e alla violenza dei manganelli di fronte a domande legittime, quella piazza ha visto esprimersi con forza la volontà di costituirsi come alternativa concreta.

Per questo, nonostante la rappresentazione mediatica binaria della realtà, volta a dividere il contesto sociale della piazza in buoni e cattivi, "facinorosi" e "indignati legittimi", il 5 Luglio la piazza si è ritrovata ancora una volta gremita di gente, per delegittimare il Consiglio Comunale come momento della decisione politica affidata ai corrotti e trasformare quella piazza in uno spazio altro, tra le istituzioni e la “società civile”.

Uno spazio pubblico intermedio, che ha posto le singolarità della moltitudine, frammentata da decenni di politica asservita ai giochi di potere, mobile e disorganizzata, dinanzi alla decostruzione delle istituzioni e alla ricomposizione di legami sulla base delle tematiche sociali anziché degli interessi lobbistici.

Quello stesso processo che ha visto la nascita della "Libera Repubblica della Maddalena", dove le differenze (politiche, sociali, etc...) rappresentano un valore aggiunto, piuttosto che uno spauracchio da cui tutelarsi. In cui la lotta per il bene comune violentato dalla gestione mortifera delle istituzioni, ha rappresentato un punto d'intersezione saldissimo, portando alla legittimazione, da parte di tutti i soggetti coinvolti in questo grande processo di declinazione diretta della democrazia, di tutte le pratiche di lotta emerse in quel contesto.

Anche a Parma forse, come in Spagna e in Grecia, la straordinaria trasversalità della composizione di quella piazza che ha messo in discussione gli schieramenti partitici, può essere interpretata come un primo passo di un lungo cammino verso la salvaguardia della propria auto-organizzazione reticolare, non-gerarchica, orizzontale, il mantenimento di spazi comunicativi autonomi e di azione collettiva.

"Un’Europa tutta da inventare prende forma mentre i suoi governi tentano di arginarne le geometrie"

LE DOMENICHE DI ARTLAB

giovedì 30 giugno 2011

OTTO ovvero per il diritto alla rabbia

Uno spettacolo di e con Carla Vitantonio

“…nei passati otto anni ho fatto, in ordine sparso e ripetutamente, la cameriera al banco, la barista, la venditrice di multiproprietà, la valletta, la telefonista, la baby-sitter, l’insegnante privata, la segretaria, l’impiegata, la bibliotecaria, la commessa, la distributrice di giornali, la distributrice di volantini, la distributrice di gadgets, la cavia al dipartimento di psicologia, la redattrice, la promoter nei supermercati, il capro espiatorio in un’ufficio particolarmente problematico, l’interprete, l’esperta (o quasi) di consumo sostenibile, la donna sandwich…”
Otto è uno spettacolo che rivendica il diritto a chiamare le cose con il loro nome. Otto non usa la dicitura car@ per indicare entrambi i generi. Otto non crede alle pari opportunità, ma ci spera. Otto non parla di flessibilità ma di precarietà strutturale. Otto non è autobiografico, però nasce dall’osservazione del reale.
Otto è in bilico.
Che se un contratto regolare è un favore, se una casa (e non una stanza) in affitto è un privilegio, se una casa di proprietà è un lusso sfrenato, incazzarsi, almeno, sarà un diritto?
Storia di Otto
Dopo una lunghissima gestazione durata sei anni nasce Otto, un duetto di voce e musica quasi interamente composto da me, con brevi inserti tratti da scritti di Pazienza e Lanzetta.
Si tratta, probabilmente, di uno spettacolo sulla crescita, sul passaggio dall’adolescenza in cui tutto è possibile e perfettibile a un’età adulta in cui siamo quello che siamo, percepiamo la nostra incapacità di controllare e decidere tutto quello che accade e per questo spesso maturiamo un senso di rabbia e di impotenza che è poi il nodo dal quale si sviluppa Otto, questo sentimento di incomprensione, di impreparazione, di disappunto. Al tempo stesso Otto, che è stato partorito proprio nel cuore del modello produttivo del nordest, è anche una riflessione su questo modello, questo modello che secondo me proprio non funziona, che a furia di imporci di essere “disponibili al cambiamento” ci fa dimenticare quale faccia avevamo prima di cominciare a trasformarci, questo modello che sforna termini nuovi, che trasforma la sintassi senza trasformarne il contenuto: la cultura le culture la differenza le differenze le diversità l’integrazione l’inclusione e poi?

Tecnicamente lo spettacolo si sviluppa sulla falsariga di un modello molto semplice, quello del monologo (e non tanto quello del racconto, che secondo me è un’altra cosa). La musica, che inizialmente era pensata come un accessorio, quasi come un lusso, è diventata con il susseguirsi delle repliche una parte fondamentale dello spettacolo, e la figura del musicista ha preso una forma definita all’interno della drammaturgia. Le musiche sono originali.
Insomma, tecnicamente non si tratta di uno spettacolo innovativo, perchè io sono fermamente convinta che questo non sia il tempo delle innovazioni tecniche a teatro. Anzi, io temo che la troppa, elaborata, esasperata (e pure un po’ snob) ricerca dell’innovazione tecnica possa farci perdere di vista il contenuto.
Come in tutte le epoche di grande crisi economica e sociale bisogna forse ritornare all’essenziale, ecco, e io ci torno, I come back, eu volto.
That’s all folks.
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Giovedì 30 giugno
aperitivo ore 19
inizio spettacolo ore 21
@ Art Lab - Atelier Precario Occupato - Borgo Tanzi 26 - Parma
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lunedì 27 giugno 2011

Genova 2001 - Parma 2011: La storia siamo noi

A 10 anni dalle giornate di mobilitazione contro il G8 di Genova


Lunedì 27 giugno, alle ore 21, Art Lab accoglierà un dibattito con diversi ospiti che hanno partecipato all'organizzazione delle importanti mobilitazioni contro il G8 del 2001, e che raggiungeranno Parma per confrontarsi con una generazione di studenti medi e universitari che, per età anagrafica, non era presente nelle strade di Genova, ma che da quelle immagini e da quelle suggestioni, oggi è in grado di immaginare e sognare una società diversa.
Il titolo scelto per l'evento è "Genova 2001 - Parma 2011: La storia siamo noi", a sottolineare il fatto che, a partire da quelle giornate, è stato costruito un pensiero comune a tante generazioni, accomunate dallo stesso linguaggio e dalle stesse pratiche di resistenza, che si scagliano contro una realtà caratterizzata da precarietà, guerre globali e distruzioni ambientali.
Mai come ora, le parole urlate dai megafoni di Genova, sono così attuali.
Oggi le nuove generazioni, ripercorrono i sentieri tracciati sulle strade di Genova, dai tanti e dalle tante che dieci anni fa hanno aperto un varco nel muro del silenzio, invocando e strappando, giorno dopo giorno, pezzi di libertà, dignità e autonomia, attraverso le lotte dei precari della scuola contro la legge Gelmini, le mobilitazioni per la difesa dei beni comuni ambientali, le lotte per la dignità sul lavoro, per i diritti di cittadinanza e per la libera circolazione dei corpi migranti.

Per due motivi in particolare, gli studenti di Art Lab tornano a parlare oggi di Genova, non tanto come celebrazione di un anniversario, bensì come un fondamentale spartiacque che ha segnato la storia biopolitica di tutte e tutti noi da lì in avanti. Da un lato la dura repressione che ha tentato di marginalizzare e spegnere quel forte sentimento di rabbia e indignazione, creando uno stato d'eccezione permanente, una democrazia corrotta e escludente, una politica che tutt'oggi cerca di governare e controllare i nostri corpi e i nostri desideri. Dall'altro lato però emerge la forza delle idee che si sono sviluppate allora e che ancora oggi sono in grado di leggere la società con occhi critici, ma al contempo propositivi, in grado di progettare un'alternativa, dal basso, in maniera partecipata.

Ne discutiamo con chi questa strada l'ha intrapresa prima di noi  e non si è fermato:
- Italo Di Sabato (Osservatorio sulla repressione)
- Francesco Caruso (Università della Calabria)
- don Vitaliano della Sala (parroco)
- Patrizio Del Bello (gruppo legale cs TPO Bologna)
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Lunedì 27 giugno 2011
Art Lab - Borgo Tanzi 26, Parma
Aperitivo ore 19
dibattito ore 21

mercoledì 22 giugno 2011

B.go Tanzi, visita della Soliani: "Con il rettore ci parlo io"



“Col rettore ci parlo io”, assicura Albertina Soliani. I ragazzi la guardano stupiti. Non sanno se crederci o no. Come quando un’ora prima l’hanno vista arrivare davanti all’Art Lab,  lo spazio che hanno riqualificato nell’edificio in borgo Tanzi 26, occupato dal 6 maggio scorso. Lei, senatrice del Pd, che entra nello stabile “sottratto” all’università? Sì, l’hanno invitata loro, ma un conto è mandare un’email e un altro è ricevere la visita del primo rappresentante politico che mette piede nei locali ristrutturati dagli stessi studenti, osteggiati dall’ateneo e dalle istituzioni cittadine.
Quando la parlamentare, poi, ha assicurato che si sarebbe schierata apertamente dalla loro parte con il rettore, lo stupore dei ragazzi si è trasformato in un entusiasmo che li porta già a immaginare la svolta del loro progetto di “atelier precario”. I giovani di borgo Tanzi e il numero uno dell’ateneo, infatti, non hanno contatti diretti: da due mesi si parlano solo attraverso i giornali. “Abbiamo perfino costituito l’associazione ‘Generazioni precarie’ per formare il soggetto giuridico con cui il rettore Ferretti chiedeva di relazionarsi, ma lui si è sempre rifiutato di incontrarci”, raccontano gli occupanti alla senatrice. Quindi la promessa della Soliani suona come una grande notizia.
Anche perché lei apprezza molto il loro lavoro: “Bravi, è uno spazio molto bello – commenta passeggiando tra le stanze – qui vedo un progetto innovativo sia per la città che per la nuova università”. Visita con sguardo ammirato tutte le stanze che i ragazzi hanno ripulito, reimbiancato e arredato con l’aiuto degli abitanti del quartiere, e non risparmia le lodi: “Il vostro è un impegno prezioso per tutta la comunità”.  Studenti e studentesse le consegnano un fascicolo con il loro progetto di recupero. L’idea, spiegano, è quella di dedicare lo spazio occupato per iniziative dell’università, come tirocini formativi. “Siamo già in contatto con la facoltà di Architettura – dicono – che potrebbe consegnare questo spazio per un progetto di autorecupero”. Intanto ad Art Lab è già attivo un laboratorio artistico ogni martedì alle 21, e l’aula studio aperta per tutti nel fine settimana.
“Così come avete cominciato, dovete continuare”, li esorta alla fine la senatrice insieme all’onorevole del Pd Carmen Motta, che ha raggiunto il gruppo. Poi aggiunge: “La vostra iniziativa dimostra che è più facile ripulire uno stabile come questo che comunicare con il mondo dell’università”. A quello, ha promesso, ci penserà lei.
(Alessandro Trentadue)


 

giovedì 2 giugno 2011

ART@ ART LAB: PRESENTAZIONI E APERITIVO


SERENA BITETTI  “ARTE POVERA”
Storie di vita vissuta, le cogli in un attimo,dal fraseggiare di due amanti,che l'amore han goduto ma presto l'han perduto. Dal pianto di un bambino e la mamma intanto porta in grembo un altro piccino. Poi ti giri di là, un caffè, un acqua ed un bicchiere di thè, tre vecchietti sono intenti, si sfidano a carte e intanto tu, dal bancone, ascolti i loro racconti di stenti. Il dolore di un amico lontanto per un parente perduto o per un figlio non goduto. Impari a guardare la realtà che ti circonda e a sfidare il mondo con le parole.

DIMITRI CORRADINI “Der Rattenfänger”
Dimitri rilegge la fiaba “il Pifferaio magico” in una visione contemporanea, illustrando il rapporto tra uomo e natura.  Il pifferaio rappresenta la natura, che attraverso la musica decide di liberare la città infestata dai ratti, a patto che le fabbriche e gli impianti che riversano gli scarichi sull’ambiente circostante, distruggendolo del tutto, vengano dimesse. Il mancato rispetto del patto da parte dei cittadini porterà il pifferaio, che impersona la natura, a vendicarsi.
Quindici tele matita, china e acquerelli.

SANDRA MARTORANO
“CAMINANTES: LA STRADA DEL DESIDERIO”
Istantanee, a cura di Sandra Martorano, del percorso che ha portato alla nascita di Art Lab. Catturando sentimenti ed emozioni, facce e luoghi. Dove la politica si mischia con la vita e il desiderio diviene realtà. Sempre camminando.

NOEMI MARTORANO “LO STRANIERO”
La mia passione per la fotografia nasce da un bagaglio culturale intrinseco della mia terra d'origine: la campania e dai posti che ho visitato vivendo per anni in germania e svizzera.
nel mio obiettivo voglio catturare frammenti di vita delle persone che solcano a passi indecisi la terra, cogliere i loro sguardi e i luoghi che essi vivono quotidianamente, scorciare attraverso i loro animi per trovare quello che celano anche a se stessi.
il fotografo che piu ammiro è steve mccurry, una persona che ha viaggiato in tutto il mondo vedendo le bellezze e i terrori che esso nasconde portandole a noi attraverso lo sguardo dei suoi soggetti.
ed'è viaggiare conoscendo la vita e catturarla in tutte le sue forme la mia più grande ambizione.

mercoledì 1 giugno 2011

VERSO ROMA EURO PRIDE 2011

Per un nuovo concetto di famiglia e di cittadinanza


Se “famiglia” vuol significare un nucleo affettivo, dove ogni persona al suo interno gioca un ruolo complementare per gli altri, indispensabile, un tassello di un paesaggio che costituisce la realtà effettiva, possiamo veramente dare una definizione alla famiglia tradizionale?
Esistono realtà molto diverse tra loro ma che,non per questo, hanno differente dignità.
Sono realtà di tutti i giorni, sono i nostri vicini, sono i nostri compagni, siamo noi!
Queste realtà hanno necessità di essere legittimate, perché lo Stato Italiano non è in grado e/o non vuole compiere questo passo?
Questa modalità di approccio alla tematica della famiglia e di conseguenza anche al welfare familiare, da parte dello stato, riesce ad influenzare l'opinione pubblica che si trova, suo malgrado, a percepire come accettabile un solo modello di famiglia, non potendo cogliere la vera bellezza e varietà della realtà.
Non esistono le famiglia Mulino Bianco, ma siamo circondati da nuclei familiari allargati e da famiglie arcobaleno, basta aprire gli occhi per accorgersene!
Per questo, per dar voce alla nostra voglia di cambiare e di riconoscere la realtà dei fatti, l'11 giugno noi andremo a Roma, per partecipare all’EUROPRIDE.
Non sarà solo una festa, ma un modo per essere protagonisti, per chiedere e pretendere i nostri diritti.
Liberi di essere noi stessi e orgogliosi di esprimere le nostre singole individualità.
Tutti/e abbiamo diritto ai diritti!

Io sono mia
Art Lab

Appuntamenti cittadini verso l'Euro Pride:
--> Martedì 7 giugno ore 19 @ Art Lab in Borgo Tanzi 26
Aperitivo, dibattito e proiezione del film “WE WANT SEX”
--> Mercoledì 8 giugno ore 22 @ Facoltà di Economia in via Kennedy
Trash Night con Bufo dj (La Skarnemurta) e Dash Trash Trio
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Autobus autorganizzato Roma – Parma
A/R 15 euro
partenza 11 giugno ore 7 dal Palasport di Parma
ritorno 12 giugno ore 3 da Roma
Per info e prenotazioni iosonomia.pr@gmail.com o 3488833410

venerdì 27 maggio 2011

DEMOCRAZIA E BENI COMUNI VERSO IL REFERENDUM. PROIEZIONE DI ACQUA BENE COMUNE


DEMOCRAZIA E BENI COMUNE
VERSO IL REFERENDUM

ne parliamo con

VINCENZA PELLEGRINO
Dottore in Scienze Antropologiche (Université de la Méditerranée di Marsiglia e Università di Bologna-Parma). Comitato acqua pubblica Parma.
Consigliere comunale PD.

saranno presenti
COMITATO ACQUA PUBBLICA PARMA
COMITATO NO NUCLEARE PARMA

A SEGUIRE PROIEZIONE DI “ACQUA BENE COMUNE”
realizzato da Global Project - Associazione Ya Basta - Margine Operativo in collaborazione con Carta

sabato 21 maggio 2011

DANCEHALL IN UNIVERSITA CON EMATORAS E ONE DREAD SOCIETY: SOSTENIAMO ART LAB

Parma - Flash mob contro il nucleare

Oggi, 20 maggio 2011, in un'iniziativa congiunta di Art Lab, del Comitato no nucleare e del Coordinamento per l'acqua pubblica, i precari e gli studenti che da giorni hanno occupato lo stabile di borgo Tanzi 26, hanno inscenato lo scoppio di un reattore nucleare, irrompendo nella routine della principale piazza parmense. Vestiti di tute bianche e armati di fumogeni e petardi, hanno ricordato gli appuntamenti che ci porteranno alle giornate referendarie del 12 e 13 giugno: stasera alle 21.00 il dibattito all'auditorium Toscanini con Pancho Pardi, Giuseppe De Marzo e Stefano Ciafani; domani partenza alle 13.00 dal palazzetto dello sport verso Caorso per dire mai più alle centrali nucleari; il 4 giugno la biciclettata per l'acqua pubblica.

domenica 15 maggio 2011

La moltitudine e i numeri primi.

Il primo compleanno di un posto va onorato e festeggiato degnamente. Stamattina mi sono alzata presto ( o meglio presto rispetto al solito) e ho cercato di annusare tutti gli odori del nostro appartamento: un misto inscindibile di candeggina e polvere. Ho provato a catturare immagini, istantanee, di quelle stanze così vive, consapevole del rapido mutamento dell’Art-Lab.
Solo sette giorni fa entravamo di soppiatto nel palazzo di Borgo Tanzi, da un portone lasciato aperto con in spalla una custodia di chitarra porta-tutto, carica di adrenalina e curiosità. Salendo le scale, tra cumoli di merda e cadaveri di piccione e odori nauseabondi, srotolavamo il primo striscione dell’Art: Autogestisci, Rivendica, Trasforma.
Da quel momento la mia vita è cambiata, io sono cambiata. Ho visto la speranza e il desiderio tramutarsi in realtà e ho liberato tutta la mia voglia di riiniziare a crederci. Pensare che solo sette giorni fa dormivamo su letti di fortuna, fatti di cartoni e scudi di plexiglas, ed oggi adagiamo i nostri corpi pesanti su comodi materassi, dono della generosità del vicinato, mi emoziona. Estranei che, piano piano, sono diventati una seconda famiglia: una famiglia che coglie i nostri sorrisi e le nostre occhiaie, una famiglia che ti sostiene quando vorresti solo lasciarti andare nel vuoto, tanto ti fa male la schiena. Una famiglia che si interessa, partecipa e rinizia a sognare, a respirare, anche grazie a te.
Ho camminato nelle stanze, sulle scale e ho salutato un'altra giornata di sole battente, intercettando per attimi i volti dei miei compagni e delle mie compagne, ho visto in loro lo stesso entusiasmo che sento in me e poi mi sono persa su una sdraio annebbiata dal fumo della prima sigaretta mattutina, ancora incerta sulla dimensione in cui mi trovavo.
Il cortile respirava, cantava, rifletteva una luce abbagliante e io mi cullavo nel delirio di troppa birra e troppe canne. Gli occhi si chiudono; adesso assaggio l’aria, ne assaporo ogni nota: sento il profumo di colluttorio del compagno che affianco a me ritaglia articoli sul’ EZLN da giornali ammuffiti e umidicci, sento l’odore delle troppe sigarette, della carbonella, della carnazza, accenni di sudore, il sapore del detersivo e quello delle case abbandonate… continuo ad assaggiare come un avido sommelier che degusta franciacorta.
Gusto note di lavanda ( o è solo una mia illusione), sento il sapore del caffè bollente del bar all’ angolo e di quello gelato di Franco, sento l’odore della mia compagna di letto, l’odore di chi mi aspetta lontano e avidamente continua a mangiare ormai satura e pronta allo sbocco. Mi alzo e inizio a cantare una canzone che ora come ora potrebbe essere la mia preferita…non è importante adesso… sono libera. Libera di sentirmi tanto folle, iperattiva e libera di tentare. Sensazione impagabile. Non permetterò a nessuno di togliermi questo brivido lungo la schiena. Sento l’uomo che amo e scopro che anche lui oggi è un pò più libero e allora decido di brindare.
A chi non smette mai di lottare. A chi non dorme mai. A chi mangia per giorni solo mortazza e costine.
A tutti e tutte loro grazie

venerdì 13 maggio 2011

Parma, 6 Maggio 2011, ore dodicieventitre


Silenzio. Il rumore di sottofondo di questo grigiore urbano che dilaga come la rassegnazione sui volti della gente si interrompe. Silenzio.
Nessun cantiere stradale, nessun centro commerciale, nessun clacson. Solamente il pulsare dei tamburi al ritmo di una danza tribale che fa sobbalzare il cuore, e il suono cupo, breve, di una breccia aperta nel muro di questa quotidianità assordante.
Una breccia aperta nei muri della società fisica che disciplinano, nelle strade che portano al lavoro, all'università, al super mercato, ma mai ad incontrarti, mai a costruire i tuoi desideri.
Questo Moloch, infernale prigione incomprensibile, il cui sangue è denaro nero che scorre. Questa sfinge di cemento e alluminio che si nutre del desiderio collettivo.
Questa fabbrica della paura in cui il futuro è un grosso filo spinato su cui stare in equilibrio, in cui la vita intera è messa a profitto.
Questa normalità surreale e grottesca, in cui i fratelli e le sorelle in fuga dalle guerre del Maghreb sono considerati eroi quando si trovano dall'altra parte del Mediterraneo, e pericolosi criminali quando approdano sulle nostre coste.
In cui da 15 anni a questa parte non c'è una sola guerra, spacciata per missione di pace, che abbia portato democrazia nei Paesi in cui si combatte, e non una che sia finita.
In cui il settore militare è l'unico che non conosce la parola "crisi".
Questa fabbrica della precarietà in cui il tasso di disoccupazione giovanile è al 28,1 % e il tasso di inattivi tra i 15 e i 64 anni è al 38%. In cui lo sfruttamento della produttività del tessuto sociale viene agito attraverso molteplici forme già all'interno delle università e delle scuole: lavoro nero, stages e tirocini obbligatori e non retribuiti, aumento tasse universitarie e dequalificazione dei saperi, erosione del welfare e dei diritti.
In cui il rimedio al senso di malessere si fa ossessione securitaria, tanto per trovare un capro espiatorio al senso di soffocamento dato dal dover ridurre la propria esistenza ad una sterile sopravvivenza.
In cui il bombardamento pubblicitario crea la convinzione che la conquista della felicità si raggiunga attraverso il consumo.
In cui siamo tutti partecipanti inconsapevoli al poker dei desideri omologati e dei sogni liquefatti.
In cui la vita, l'unica di cui si dispone, si declina nel nome di una "maggiore produttività, efficienza, aziendalizzazione", seguendo una ricetta a base di selezione, competizione sfrenata, quantificazione dei saperi, robuste iniezioni di mercato.
In cui la possibilità di scelta è solo una grande chimera. In cui il ricatto e il saccheggio sono le armi con cui viene esercitata una continua violenza sulle nostre vite.
In cui il pubblico si fa braccio armato del privato. E la complicità fra proprietà privata e Stato trova la sua vera sostanza nella rapina delle risorse comuni e nella logica dello sfruttamento.
In cui a dieci anni da Genova la critica globale si ripropone ancora più forte.
Le rivolte euromediterranee di intere generazioni di non garantiti, precari, studenti, hanno aperto in questi mesi un nuovo spazio costituente dentro e contro la crisi. Un processo che parte dalla necessità di ridefinire la redistribuzione della ricchezza, nuove garanzie, nuove libertà.
Basaglia scriveva  “(Il folle) è colui che scuote dalle fondamenta la norma”, dove “l’abnorme continua ad essere riferito all’infrazione di uno schema di valori che viene accettato come naturale, che viene imposto”.
E allora noi riconosciamo la nostra follia, rifiutando l'idea di questa normalità assurda.
Vogliamo essere forza centrifuga che scuote una prospettiva spacciata per assoluta, e che, invece, non è altro che relativa ad un sistema di potere verticistico che determina ciò che è normale: le relazioni, la disciplina, la socialità, il rapporto con l'ambiente...
Vogliamo essere processo costituente che apra la prospettiva concreta di un mondo diverso, in cui si faccia avanti l'idea di un comune sociale e politico, che superi la politica della delega.
Vogliamo scagliare una pietra contro la normalità spersonalizzante e alienante di questo macchinario diabolico in cui siamo ricondotti al ruolo di ingranaggi inerti, che, in modo sincrono e inconsapevole, collaborano all'autosostentamento di un sistema criminoso.
Il 6 maggio è stato sciopero generale. L'abbiamo detto e ripetuto: si scrive sciopero, si urla democrazia!
Un nuovo punto zero da cui ripartire ricchi delle lotte del passato, ma soprattutto forti dell'apertura di un varco per il nostro presente e il nostro futuro.
Un'occasione per far emergere le istanze sostenute da tutte quelle fasce colpite da decenni di politiche di asservimento alle logiche del profitto e della mercificazione. Politiche, queste, che hanno aperto uno squarcio nel tessuto sociale, impiantando in esso il seme della diguguaglianza, della frammentazione e dell'isolamento.
Il 6 Maggio ha rappresentato la radicalizzazione di una lotta biopolitica. La stessa che ha unito durante l'autunno studenti, precari, lavoratori di Mirafiori, etc.
Una lotta che ha saputo canalizzare il senso di malessere che pervade la nostra generazione, la generazione precaria, per dargli nuova forma. Perchè questo malessere, associato al senso di solitudine e rassegnazione, lentamente toglie il respiro, come una lunga apnea.
Il 6 maggio quello stesso malessere si è trasformato in vitalità, rabbia e speranza che ha irradiato le vie della città, facendo tornare a sognare una generazione che ha scelto di resistere ai licenziamenti, ai tagli, all’abbattimento dei diritti, alla devastazione ambientale ed all’impoverimento sociale e culturale del Paese.
Ci siamo riappropriati di uno spazio, lasciato in mano alla gestione mortifera dell'università, per sottrarlo alla rovina del tempo e ridargli vita, con l'obiettivo di renderlo spazio di condivisione di esperienze, confronto collettivo e sedimentazione di pratiche e prospettive per la costruzione di alternativa. Frammento di cooperazione sociale in cui i saperi circolano liberamente, con pratica non brevettabile e costitutivamente contraria a ogni copyright. In cui sia possibile sottrarsi alle forme di ricatto sociale e lavorativo, creando progetti di autorecupero che permettano di restituire alla collettività un edificio lasciato in pasto all'erosione del tempo e di autoreddito, mediante i quali la dimensione lavorativa si possa congiungere con una declinazione delle proprie aspirazioni.
Una pratica che dia un esempio concreto di declinazione della democrazia dal basso, tracciando le prime pennellate di quella che per noi rappresenta l'alternativa. In un contesto in cui il terreno di sfruttamento è diventato la vita sotto tutti i profili, il nostro progetto rappresenta uno spazio dedicato all'elaborazione di forme di sottrazione allo sfruttamento lavorativo e alla precarietà in tutte le sue forme, oltre che un'alternativa sociale ed abitativa: aule studio aperte tutto il giorno, percorsi di autoformazione, attraverso il coinvolgimento di docenti e ricercatori, laboratori artistici e culturali per promuovere una libera circolazione dei saperi.
La nostra occupazione, inoltre, vuole puntare i riflettori su decenni di speculazione edilizia che hanno ridotto i nostri territori a grosse gabbie di cemento e asfalto (pur lasciando marcire nello stato di abbandono diversi edifici secondo i dettami delle regole di mercato, dando giustificazione così ai prezzi esorbitanti di quelli utilizzabili).
Decenni di cementificazione selvaggia, in cui la gestione pubblica degli immobili , alla stregua di quella privata, si è resa complice della sottrazione messa in atto a spese della possibilità di accesso collettiva ad un'esistenza dignitosa.
Nella società del consumo fine a se stesso, in cui i cicli produttivi si esercitano in ogni momento della nostra giornata, e in cui la precarietà (lavorativa, generazionale, biologica, abitativa, culturale, ambientale...) è diventata una questione esistenziale,generiamo conflitto metropolitano inserendoci nelle crepe di questo sistema per farne esplodere le contraddizioni, strappando dalle fauci della speculazione brandelli delle nostre città, costruendo nuovi spazi di condivisione autonomi e radicalmente altri dallo Stato e dal mercato.
Rivendichiamo di essere protagonisti della nostra esistenza, svincolandoci anzitutto dal ricatto e dalle rappresaglie cui siamo soggetti che quotidianamente annaspano nel mare dell'assenza di diritti per la lotta alla sopravvivenza.
Qui e ora! Perchè il passato lo lasciamo volentieri a coloro che nel suo nome ci chiedono di sacrificare il nostro presente fatto di vita e irrinunciabili passioni.
"Questa è la nostra vita, il nostro tempo la nostra città!"
Rifiutiamo con una pratica militante attiva, di essere ridotti a meri consumatori e ricominciamo a trasformarci in soggetti pienamente in possesso della nostra identità politica.
Riappropriamoci della nostra dignità.
Trasformiamo queste fabbriche della paura in fabbriche della dignità!
Chè dalla rabbia, quando si fa collettiva, si può costruire l'alternativa.
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ART LAB
Autogestisci Rivendica Trasforma
Borgo Tanzi 26

mercoledì 11 maggio 2011

Art Lab e i suoi progetti

Parma - Art Lab logo
Il dossier presentato al CdA di Ateneo

Questo documento nasce per chiedere un riconoscimento ufficiale di Artlab, il nuovo spazio liberato in Borgo Tanzi 26.
ArtLab nasce dalla necessità si sottrarsi al processo continuo di precarizzazione totale delle nostre vite.
E noi, a questa necessità, decidiamo di rispondere con un progetto vero, serio e articolato, che, partendo dall'autogestione e dall'autorecupero, sia una risposta alternativa ai problemi cui le istituzioni, spesso, non sono in grado di far fronte. Un laboratorio in cui sperimentare nuovi modelli di formazione, di socialità, di divertimento, di abitare, di condivisione e di elaborazione artistica.
Consapevoli dell'impossibilità di ricevere risposta esterna alla nostre necessità, abbiamo deciso di assumerci noi l'onere della pulizia di uno stabile in disuso per ridargli linfa vitale e farlo diventare un contenitore di idee, progetti e liberi saperi.
Artlab è una restituzione che sarebbe potuta avvenire in maniera differente: era stato aperta una trattativa diretta con il Rettore, infatti è stato egli stesso a proporci, quattro mesi fa, questo stabile per i progetti che sono stati presentati. A fronte di una mancata risposta e dei continui rinvii, non più tollerabili, abbiamo deciso di trovare una risoluzione, che pur avendo modalità differenti, ha portato alla stessa conclusione.
Lo spazio è stato immediatamente sottoposto ad approfondite pulizie affinchè diventasse, nel più breve tempo possibile, nuovamente accessibile alla collettività. In questi pochi giorni è diventato luogo di incontri e dibatti che la cittadinanza ha potuto attraversare e vivere, dimostrando, palesemente e fattivamente, entusiasmo e condivisione per il nostro progetto.
All'interno di un contesto di violenta speculazione edilizia, questo spazio nasce come alternativa, come reale possibilità di riutilizzo e di riconversione di spazi abbandonati al degrado, piuttosto che ricorrere alla continua sottrazione di terreni agricoli in nome di una cementificazione selvaggia.
Essendo stati informati che lo stabile verteva in stato d'abbandono da circa vent'anni, abbiamo deciso di procedere ad una valutazione dell'immobile consultando un team di urbanisti, architetti e geometri che hanno dichiarato l'integrità strutturale dello stabile.
Richiediamo, perciò, che sia ufficialmente riconosciuta dall'Università la realtà che ArtLab è.
Sono già stati elaborati progetti che verranno al più presto avviati. Di seguito riportiamo alcune delle iniziative che ci proponiamo di realizzare.
INCHIESTE
Sarà creato uno spazio dove poter elaborare collettivamente pratiche di inchiesta, autogestite ed autorganizzate da noi studenti, come sempre ricercando collaborazione con il resto del corpo universitario ed esterni.
L’inchiesta rappresenta uno strumento essenziale per indagare elementi che costituiscono la base di partenza per la costruzione di campi di ricerca per la genesi di un nuovo welfare per gli studenti e non solo. Ci poniamo quindi come obbiettivo di inchiestare la crisi ed il suo sviluppo nei suoi molteplici aspetti siano essi economici, sociali, ambientali, produttivi, culturali.
Il collettivo studentesco ha al momento avviato un’indagine statistica per stabilire la spesa media di uno studente fuori sede. L'inchiesta è incentrata sulle forme di reddito/salariali, l’alloggio, i trasporti ed i servizi rivolti allo studente. Attualmente possediamo dati per 600 studenti stiamo procedendo all’analisi statistica dei dati e l’elaborazione di un documento da presentare all’interno dell’ateneo. Si richiede inoltre per l’attività svolta il riconoscimento di CFU.
SPORTELLO PRECARIETA’
Attraverso le inchieste ci poniamo l’obbiettivo di comprendere ed analizzare. Forti di questi elementi di analisi intendiamo agire laddove si presentano le maggiori problematiche per lo studente. Spesso individualmente non si hanno gli strumenti per comprendere i propri diritti scritti su di un contratto d’affitto o di lavoro o la capacità di poterli affrontare. Con questo strumento vogliamo prima di tutto collettivizzare problemi oggi individualizzati e poter autoformarci/autoformare alla tutela dei nostri diritti e trovare forme di organizzazione per sopperire alle mancanze evidenziate nei servizi cittadini e universitari.
SPORTELLO EDITING/SPAZIO MOSTRE
Gli studenti producono saperi, linguaggi, arte, cultura. Spesso però il mercato è disposto ad accogliere le nuove produzioni solo quando esse sono immediatamente remunerative. Vogliamo dar modo agli studenti di auto editare i propri scritti, siano essi politici, poetici, filosofici, brevi romanzi o storie non che produzioni video e artistiche.
PROGETTO CONDIVISIONE SAPERI/LIBRERIA DEGLI APPUNTI
Lo studenti produce saperi e questi saperi per essere messi a valore necessitano di essere condivisi. Spesso il mercato si approfitta di questo, le copisterie comprano gli appunti dei corsi prodotti dagli studenti e li rivendono gestendo così una forma di diritto di lucro sulla proprietà intellettuale altrui. Siamo la generazione del pear to pear e del file sharing per questo crediamo sia necessario partire da noi e dai nostri bisogni per mettere in comune ciò che già produciamo e che ci viene in qualche modo sottratto. Vogliamo costruire un data base di tutti gli appunti universitari dove gli studenti possano donare quello che hanno e prendere ciò che gli serve dei materiali autoprodotti. Un progetto che necessita non solo di una partecipazione sempre più amplia degli studenti, ma anche di mezzi materiali come computer, hard disc con un’amplia memoria, stampante/scanner.
RADIO UNIVERSITARIA
Un canale di comunicazione gestito dagli studenti per gli studenti. Una radio in streaming che sia il megafono di tutte le attività svolte dal collettivo e spazio diffuso di ragionamento e analisi, con programmi di inchiesta che ricolleghino le attività locali ad un mondo immediatamente globale. Questa radio sarà gestita in forma condivisa tra gli studenti di Parma e Reggio Emilia così da poter avere un punto di vista più amplio, eterogeneo oltre che un palinsesto più ricco. Sono anche previsti corsi di autoformazione per comprendere come funziona una radio sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista organizzativo (palinsesto, programmi, speakeraggio) in collaborazione con Radio Kairos della città di Bologna. Questo progetto necessita ovviamente di un computer ed attrezzatura base.
PROGETTO COMMON WIRELESS
Avere la possibilità di accedere liberamente alla rete, in maniera gratuita, significa poter produrre e scambiare libri di testo, materiale di studio,musica e video, che altrimenti sarebbero relegati solo ad una "elite" di persone,significa poter destabilizzare le logiche di mercato, ribaltare la precarietà e quindi riappropriarsi di reddito.
Gli obiettivi principali sono due:
- Creare un'infrastruttura di comunicazione per lo scambio d'informazioni e materiali, fornendo la condivisione dell'accesso ad internet al di fuori delle logiche del business delle grandi aziende che lucrano su quello che dovrebbe essere ormai un diritto garantito, ovvero l'accesso all'informazione.
- Sfidare la legislazione attuale che limita e rende quasi impossibile l'uso della tecnologia wi-fi per uso non privato, nonché tenta di regolamentare in maniera esagerata l'utilizzo di Internet.
Abbiamo inoltre grande attenzione verso le tematiche relative alle onde elettromagnetiche, controllando la potenza di emissione dei nostri apparati e le pubblicazioni scientifiche in materia, rimanendo all'interno dell'ambito delle potenze trasmissive considerate non dannose. Ricordiamo inoltre che le potenze degli apparati che utilizzano la tecnologia WiFi sono irrisorie se paragonate a quelle dei trasmettitori cellulari.
Un internet point che utilizza esclusivamente tecnologia Gnu/Linux e sistemi “open sorce” e che quindi si pone fuori dalle dinamiche di mercato.
AULA STUDIO
I costi esorbitanti degli appartamenti che costringono noi studenti ad ammassarci negli appartamenti oramai privi di spazi comuni ideali allo studio ed i ritmi di produzione che non coincidono più con il ciclo diurno/notturno evidenziano la necessità di un luogo di studio libero. Da qui la necessita di una sala studio autogestita, aperta anche la sera fino a tardi e nei weekend e nei giorni festivi, periodo nel quale i servizi universitari e della città sono particolarmente carenti. Durante la nostra occupazione erano decine gli studenti e le studentesse che si fermavano nella sottostante aula k2 unico luogo aperto della città per poter studiare nel week-end e la sera. Autogestita per abbattere i costi di pulizia e gestione e responsabilizzare gli studenti perché l’università come noi diciamo è un bene comune.
RASSEGNA STAMPA
Un luogo calmo e tranquillo dove poter bere un caffè mentre si consultano quotidiani e riviste di approfondimento, dove poter informarsi sulle attività universitarie svolte nello spazio e non solo e dove trascorrere un po’ di tempo con i compagni di corso.
LABORATORIO ARTISTICO
Poiché l'arte è una delle espressioni più alte della cultura, riteniamo essenziale crare uno spazio dove essa possa prendere vita e forma. Il laboratorio sarà rivolto, non solo agli studenti universitari, ma anche a tutti coloro abbiano voglia di sperimentare forme artistiche.
Inoltre abbiamo intavolato un confronto con la comunità che ci attraversa affinchè emergano proposte che partano non solo dalle nostre esigenze, ma anche dalla collettività che partecipa alla costruzione di ArtLab.

martedì 10 maggio 2011

Parma - Riconosciamo Art Lab!

Gli studenti presentano un dossier al CdA


Oggi, 10 maggio, una delegazione di ArtLab si è recata alla riunione preparatoria del CdA chiedendo a gran voce di essere ricevuta ed ascoltata in merito ai progetti che stanno prendendo vita all'interno dello spazio di Borgo Tanzi 26.
Al termine della riunione gli studenti sono stata ricevuti e, con materiale fotografico e un dossier, hanno illustrato sia la situazione dello stabile al loro ingresso, sia i lavori di autorecupero e pulizia che sono stati svolti in questi giorni. Inoltre sono stati esposti i progetti che si intendono avviare.
E' stata fatta menzione della precedente trattativa aperta col Rettore, infatti,quattro mesi fa, è stato egli stesso a proporre tale stabile per i progetti che sono stati presentati. A fronte di una mancata risposta e dei continui rinvii, non più tollerabili, si è deciso di trovare una risoluzione, che pur avendo modalità differenti, ha portato alla stessa conclusione. In merito a tali informazioni ha sorpreso lo sbigottimento degli astanti: gran parte dei membri della commissione non erano a conoscenza di tale situazione.
Essendo stati informati che lo stabile verteva in stato d'abbandono da circa vent'anni, gli studenti hanno deciso di procedere ad una valutazione dell'immobile consultando un team di urbanisti, architetti e geometri che hanno dichiarato l'integrità strutturale dello stabile.
L'intervento in assemblea, oltre che per fini illustrativi ed informativi, è servito ad intavolare una trattativa con l'Università in merito alla situazione di ArtLab.
A fronte della richiesta di riconoscimento ufficiale, da parte dell'Università, della realtà che ArtLab rappresenta, è stata suggerita la costituzione di un'associazione che funga da soggetto giuridico, necessario, con cui l'Ateneo possa interloquire per stabilire una convenzione per l'utilizzo dell'immobile.
Alcuni membri della commissione hanno garantito che non si procederà ad alcuno sgombero utilizzando la forza pubblica. Questa risulta essere una nota estremamente positiva che denota una certa apertura nei confronti di ArtLab e dei suoi progetti.

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ART LAB
Autogestisci Rivendica Trasforma
Borgo Tanzi 26
Assemblea tutti i giorni ore 18

lunedì 9 maggio 2011

Parma - Vivere il comune: un'alternativa sociale ed abitativa

Report dell'assemblea sull'autorecupero di Art Lab


Domenica 8 maggio, all'interno del cortile di Art Lab, si è tenuta un'assemblea pubblica, che ha visto la partecipazione di oltre 60 persone, allo scopo di dialogare e confrontarsi con i diversi ospiti, in merito all'autorecupero dello stabile, sia in senso archietettonico-edilizio, sia in senso sociale-culturale.
Hanno partecipato all'assemblea, come relatori, i rappresentanti di due associazioni che hanno avviato, già da tempo, progetti di questo tipo sul patrimonio pubblico abbandonato: l'associazione Senza Frontiere, titolare del progetto di autorecupero della Casa Cantoniera di Parma, e il collettivo Sottotetto e l'associazione Animali Sociali, impegnate nell'autorecupero di una casa cantoniera di Reggio Emilia (Progetto Casa Bettola).
L'introduzione al dibattito
Art Lab vuole parlare di autorecupero perchè pensiamo che sia necessario pensare e costruire insieme un'alternativa che non puo' essere solo evocata ma ha bisogno di essere agita quotidianamente, partendo dai vari aspetti della vita quotidiana, posta sistematicamente sotto ricatto e quindi precarizzata, all'interno del mondo del lavoro, dello studio, della mobilità, e soprattutto del diritto all'abitare. E' da questo presupposto che nasce la "riconquista" di Art Lab.
Ci piace parlare di "riconquista" e non di occupazione perchè è dentro questa parola che si leggono i significati che stanno alla base della nostra azione: la riconquista di un bene comune, la riconquista della possibilità, seppur parziale, di scegliere una vita migliore, la riconquista di un bene che gli enti pubblici hanno deciso di lasciare al degrado e all'abbandono. Ci riapprpriamo collettivamente di Art Lab prima che qualcun altro, attraverso la speculazione privata e in presenza di un mal governo pubblico, possa appropriarsene per fare profitto, ai danni della collettività, specialmente in un quartiere come l'Oltretorrente, che sta già subendo i tratti più feroci di tale processo (la privatizzazione delle piazze pubbliche, dell'Ospedale Vecchio e della biblioteca Civica).
E' proprio alla domanda "Quale alternativa?" che Art Lab ha deciso di rispondere, assumendosi la responsabilità di aprire uno spazio dopo tanti anni di inutilizzo. Ma la responsabilità non sta tanto nell'atto, quanto nell'idea e nella prassi della costruzione di un'alternativa.
L'alternativa sociale e abitativa che può nascere qui è per noi il Comune: un bene liberato dall'abbandono, dai tagli e dalla dismissione del Pubblico e non assoggettato all'interesse Privato. Riconquistato per essere gestito collettivamente.
Il senso di questa scommessa è insita nel termine "auto-recupero" che non significa "recuperare ciò che è vecchio" bensì creare idee e pratiche nuove. L'autorecupero di Art Lab prevederà una modalità di gestione che riguarda direttamente le persone, senza mediazioni e senza deleghe. Non si agirà solo sulla struttura fisica dello stabile, ma sulle relazioni sociali, sui saperi e sulle conoscenze che verranno messe in comune per trasformare lo status quo.


Katia Torri, associazione Senza Frontiere, ha parlato dell'esperienza della Casa Cantoniera di via Mantova 24. In questo caso, il progetto nasce da un'occupazione, inizialmente a scopo abitativo per 4 famiglie, nel dicembre 2003. Lo stabile aveva appena registrato un cambio di proprietà, dall'Anas alla Provincia di Parma che, al momento dell'occupazione non sapeva neppure di essere la diretta proprietaria. Sintomo di come gli enti pubblici, spesso, gestiscono il proprio patrimonio. A seguito della presentazione del progetto di autorecupero, redatto con l'ausilio di archiettti e associazioni che tutt'ora partecipano alle attività dello spazio sociale, il Progetto Cantoniera ottenne un riconoscimento anche istituzionale, attraverso un contratto di comodato d'uso gratuito di nove anni, rinnovabile per altri nove, a partire dall'aprile 2005. Per la Casa Cantoniera, l'autorecupero è un progetto di vita, inteso come progetto a lungo termine che coinvolge un'intera generazione e quelle successive, ma anche nel senso in cui si generano partecipazione, attività culturali, teatro, assemblee e progetti, dalle macerie di uno spazio che rishiava la morte.


Silvio (collettivo Sottotetto) e l'architetto Chiara Valli (associazione Animali Sociali) hanno raccontato l'esperienza dell'autorecupero della casa cantoniera di Reggio Emilia, iniziato un anno fa, a seguito dell'occupazione e del successivo coinvolgimento di diverse realtà cittadine (i Cobas Scuola, gli architetti, i designer, gli urbanisti dell'associazione Animali Sociali, l'associazioneYa Basta, il Gas ...), attivi nella collaborazione per la gestione di molti progetti: la scuola di italiano per donne migranti, l'orto collettivo, l'atelier dei bambini. Questo ha trasformato il valore economico dello stabile (stimato sui 150-200 mila euro dalla Provincia di Reggio Emilia, proprietaria dello stabile, che ha tentato più volte di venderlo ad asta a privati)  in valore sociale, ben più prezioso, anche se non riconosciuto dalle istituzioni che continuano ad ignorare tale progetto, solo perchè neto da un atto illegale.
Se le istituzioni capissero che dare più fiducia ai propri cittadini, significherebbe una gestione partecipata e collettiva del patrimonio pubblico a costo quasi nullo, attraverso la pratica dell'autorecupero, si avrebbe la possibilità di conservare gran parte degli edifici di valore artistico che oggi versano in stato di abbandono nei centri storici delle nostre città d'arte. E' criminoso lasciar marcire edifici pubblici e non tornare ad utilizzarli in modo collettivo!
Marco (Rete per l'autocostruzione dei pannelli solari) ha raccontato l'esperienza del villaggio ecologico di Granara, autocostruito ad impatto zero sull'ambiente e sulla salute. Anche qesta suggestione rapresenta un importante esempio per ripensare l'autorecupero dello stabile i termini di sostenibilità ambientale e indipendenza energetica.
Lucia (Art Lab) ha posto l'attenzione, invece, sull'importanza di considerare e rispettare, durante il processo di restauro e autorecupero,  i vincoli architettonici, propri di un posto con elevato valore storico e culturale come questo (nonostante le istituzioni lo abbiano trascurato in modo criminoso fino ad ora). Un utile esempio da seguire, potrebbe essere rappresentato da il S.a.L.E. Docks, nato dal'occupazione dei Magazzini del Sale di Venezia. Lo scopo, seguendo i consigli dell'architetto di Reggio Emilia,  sarà dunque di ridurre al minimo i lavori struturali (visto che l'edificio è già in buone condizioni) e di coinvolgere nel restauro specialisti e docenti della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali.
L'assemblea si è conclusa, infine, con l'intervento di un abitante del quartiere, che vive con la compagna e il loro figlio, a pochi metri da Art Lab. Siamo stati piacevolmente accolti con un caloroso benvenuto da parte di entrambi, con l'invito ad organizzare una cena di quartiere per conoscerci meglio e per presentare i nostri progetti. Saremo felici di farlo al più presto!
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